LA [RI]SCOPERTA DI ALDO SACCHETTI | IL CALZOLAIO DELLE DAME AL MUSEO INTERNAZIONALE DELLA CALZATURA DI VIGEVANO
DI IRMA VIVALDI
ALDO SACCHETTI Via Aresenale, Turin |
[English Text Below]
Al Museo internazionale della Calzatura di Vigevano c'é una calzatura femminile del 1960, di un bel verde acceso e di forma elegante. Una fine decorazione ricamata a fili d’oro, il nome dell’autore a caratteri svolazzanti su un’etichetta a forma di mandorla: ALDO SACCHETTI. Una grazia non comune.
Dopo averla vista per la prima volta in una teca insieme ad altre realizzazioni di Sacchetti, una più bella dell’altra, fu inevitabile il desiderio di conoscere meglio l’autore. Desiderio purtroppo subito frustrato: nessuna informazione in internet e nessun accenno nel Dizionario della Moda.
Nulla ad esclusione di un breve richiamo ad una esposizione personale al Museo di Vigevano nel 2005, anno in cui Sacchetti aveva donato buona parte della propria collezione allo stesso Museo. L'assenza di informazioni sembrava contraddire l’affermazione del comunicato stampa di quella stessa mostra:
Indossate dai personaggi più noti dello star system internazionale le calzature di Sacchetti hanno da sempre calcato le passerelle dell’haute couture fino a varcare la soglia del mondo della Moda per entrare in quello dell'Arte.
Nello stesso comunicato si leggeva che nel 1993 alcuni suoi modelli erano stati donati al Musée des Arts de la Mode et du Textile di Parigi presso la prestigiosa sede del Louvre.
Aldo Sacchetti - THE ONE - DETAIL - 1957
La tomaia è un pezzo unico col tacco | The heel and upper all in one piece.
Photograph: Irma Vivaldi
|
Contattato il Musée des Arts scopriamo che anche lì si sono dimenticati di Sacchetti. Verificano e rispondono che dal 1993 la donazione non è mai stata esposta al pubblico e finora neppure fotografata, a parte qualche istantanea per l’archiviazione, peraltro solo di alcuni modelli.
Successivamente ci fanno sapere che il lascito comprende 31 articoli, di cui due sandali degli anni ’50, nove modelli degli anni ’60 e diversi del 1985. Più una suola violetta e nove tacchi in seta di vari colori. Un’addetta del museo invia tre scatti e informa che un' eventuale pubblicazione deve esser preceduta da saldo fattura. Fattura? Vogliamo far conoscere un patrimonio che vi é stato donato, e che lasciate a prendere polvere in qualche armadio, e chiedete fattura? No grazie.
"La Bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo è vana." disse Oscar Wilde. "Purtroppo tutto affonda nell'indifferenza" dichiarò invece qualche anno fa uno sfiduciato e profetico Aldo Sacchetti in un’intervista.
Fortunatamente, a contraddire Aldo Sacchetti, c'é il museo di Vigevano che sottrae l'opera del calzolaio torinese alla totale cancellazione del tempo esponendone a rotazione tutti i modelli .
Aldo Sacchetti - Fifties Jewel #1
Ricami su capretto laminato e raso | Embroidery on satin and laminate kidskin
Photograph: Irma Vivaldi
|
Aldo Sacchetti - Fifties Jewel #2
Photograph: Irma Vivaldi
|
Aldo Sacchetti - Fifties Jewel #3
Photograph: Irma Vivaldi
|
ALDO SACCHETTI'S DISCOVERY | A JEWELER BOTTIER
by Irma Vivaldi
At the International Footwear Museum of Vigevano there's an elegant Sixties woman shoe in bright green with a fine decoration embroidered with golden thread. It bears the manufacturer name written in graceful letters inside an almond-shaped label: ALDO SACCHETTI. Everything suggested an uncommon grace and it was love at first sight.
The shoe was showcased with other works by Sacchetti, one more beautiful than the other, but sadly the desire to know more about the designer was brought to a halt. Nothing on internet and not even the Italian "Dizionario della Moda" mentioned him.
Nothing but a brief reference to an exhibition at the Museum of Vigevano back in 2005, when Sacchetti donated the bulk of his collection to the Museum itself. The lack of the information available seemed to contradict the press release:
Owned by the best-known figures of the international star system, Sacchetti shoes were a staple in haute couture's catwalks and then crossed the fashion threshold to enter the world of art.
In the same press release was stated that some of his models had been donated to the Musée des Arts de la Mode et du Textile in Paris at the prestigious Louvre (1993). I wrote them right away and found out that, even there, Sacchetti had been forgotten. Since 1993 - they said - the donation has never been shown, nor photographed with the exception of some snapshots for archival purposes (only a few models).
They also said that the legacy includes 31 articles: two sandals from the Fifties, nine different models from the Sixties and some from from 1985. Then a violet sole and nine silky heels of different colours. A few days later a museum's employee took three snapshots and informed me that they can be used, but I needed to pay first. Pay first? I'd like to spread the word over a beautiful collection gathering dust in some closet and they want to cash in? Thank you but no thank you. Not all the museums act the same.
"Beauty is the only thing that time cannot harm" said Oscar Wilde. "Unfortunately, everything is turning into indifference" said a discouraged an prophetic Sacchetti some years ago in an interview.
On the bright side, all the Sacchetti's models at the International Footwear Museum of Vigevano are routinely exhibited. It's about time to re-discover Sacchetti's shoes.
ALDO SACCHETTI
I N D E X