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{English text below}


DISTRETTI D’ITALIA: PARABIAGO E DINTORNI. PROLOGO.
FROM J.F.K. TO BLAHNÍK

TEXT: Milo Bandini
PICS: Gianluca Colombo

“Anche in Lombardia, dove si concentrava il maggior numero di calzaturifici, gran parte della produzione era effettuata in piccoli centri urbani: a nord-ovest lungo la linea ferroviaria Milano-Domodossola-Varese (Parabiago, Legnano, Busto Arsizio, Gallarate, Varese) e ad ovest, lungo la linea Milano-Alessandria (Vigevano), mentre a Milano c’erano 5 calzaturifici e 3 tomaifici. Furono questi centri minori i protagonisti della ‘prima onda’ dell’industria calzaturiera italiana che profittarono del fortissimo incremento della domanda (l’importazione di calzature crebbe dalle 42.000 paia del 1901 al 1.048.000 del 1910) determinato dall’aumento della popolazione e dei redditi”.
Da ‘Racconti d’Impresa. I Calzaturieri del Brenta tra locale e globale’(Fontana, Riello, Jori, Bressanin - Editori Laterza 2010).

Il passo da ‘Racconti d’impresa’ identifica il punto zero della nostra storia. Curiosamente fa parte di un libro che racconta le vicende dei celebri calzaturieri veneti, ma che introduce l’argomento con il capitolo ‘La calzatura in Italia dal Settecento ad oggi’.

L’area di cui raccontiamo comprende i comuni di Parabiago, San Lorenzo, Cerro Maggiore, Cantalupo, Legnano e ulteriori appendici che si estendono alla confinante  provincia di Varese.


W.J.Dawos clippings
Photo WOP
Blahnik | Made in Italy
Photo Gianluca Colombo

Strane cose accadono in questo distretto a cominciare dal telegramma della Casa Bianca che ha raggiunto la ditta W.J.Dawos, per arrivare alla troupe britannica che ‘gira’ alcuni interni de ‘L’ombra del Sospetto’ (con Antonio Banderas, Liam Neeson a Laura Linney – 2008) presso il calzaturificio ‘Covi Moda’ della famiglia Cozzi. In mezzo trovate Manolo Blahník che in realtà è in Italia dal 1971 quando ha ricevuto calorosa accoglienza a Vigevano presso la Pegabo SpA di Ottorino Bossi (che meriterebbe una storia a parte), ma che dopo qualche anno ha raddoppiato la produzione trovando altre industrie e artigiani di valore sempre a Vigevano e a Parabiago.

Uno schema che si ripete: sempre più designer stranieri fanno sapere che beneficiano delle maestranze italiane e del ‘fatto in Italia’, mentre gli italiani stanno a litigare su quante lavorazioni servano per identificare un prodotto italiano come ‘made in Italy. Paradossi.

Di segno opposto è il recente tentativo messo in atto da un gruppo di artigiani di Parabiago: una collaborazione per la creazione di un marchio collettivo che a pieno titolo benefici della fama del distretto. Non si conoscono i dettagli, ma non si dovrebbe attendere molto per vedere i primi risultati. Così ci auguriamo almeno. Nel frattempo leggete ‘LA PIÙ BELLA COLLEZIONE DI SCARPE AL MONDO’ pagina e immergetevi nel passato con gli affascinanti ricordi di Erminio Zaffaroni.


***


ITALIAN DISTRICTS: PARABIAGO AND VICINITY. INTRO.
FROM J.F.K. TO BLAHNÍK
“Even in Lombardy, where the majority of the shoemaker factories were located, the biggest part of the production was made in medium to small size cities: across the north-west route of the railway line Milan-Domodossola-Varese (Parabiago, Legnano, Busto Arsizio, Gallarate, Varese) and out west across the railway line Milan-Alessandria (Vigevano). In Milano there were 5 shoemaker factories and three uppermakers. So, during the first wave of the shoemaker industry the small cities were in the front seat and they took advantage of the dramatically increased income and population (Imports of footwear grew by 42,000 pairs of 1901 to 1,048,000 in 1910).

From ‘Business stories. The Brenta shoemakers between local and global’ (Fontana, Riello, Jori Bressanin – Published by Editori Laterza, 2010)

The snippet above explains the starting point of our history. Incidentally, this is part of a book that tells the story of the famous Venetian shoemakers, but introduces the topic with the chapter 'The shoe in Italy from the eighteenth century to the present’.
Wooden lasts
Zaffaroni Collection
Photo Gianluca Colombo
The district we’re talking about includes the towns of Parabiago, San Lorenzo, Cerro Maggiore, Cantalupo, Legnano and other areas that extend to the neighboring province of Varese.

Wooden lasts
Zaffaroni Collection
Photo Gianluca Colombo

Strange things happen in this district: from the White House telegram (circa ’61) who reached local artisan W.J. Dawos (Celeste and Luigi Grassi), to the British crew shooting some interiors of ‘The Other Man’ (starring Antonio Banderas, Liam Neeson a Laura Linney – 2008) at the factory 'Covi Moda' run by the Cozzi family (March 2008). Also, we should not forget Manolo Blahník, in Italy since 1971, who received a warm welcome in Vigevano at Ottorino Bossi’s Pegabo SpA (The late Mr. Bossi deserves a separate story). After a few years Blahník’s production doubled and he found other industries and artisans of great value in Vigevano and Parabiago.

A pattern that repeats itself: more and more foreign designers are benefitting from the knowledge and tradition of Italian artisans, while the Italians are arguing about how many production phases made in Italy are necessary to identify a 'made in Italy’ product. DON’T ASK.

Opposite are the attempts made by a group of artisans from Parabiago: a partnership for the creation of a collective brand that full benefits from the reputation of the district. Details are concealed but we should not wait long to see some results. So we hope at least. Meanwhile check out ‘THE BEST SHOE COLLECTION IN THE WORLD’ and dive into the past with the fascinating memories of Erminio Zaffaroni.

 

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