STILETTO HEEL. CHARM AND SEDUCTION. (Part 2/3)

English text below


IL TACCO A SPILLO, UN SIMBOLO DELLA MODA ITALIANA

La scarpa con il tacco a spillo rappresenta nell’ immaginario maschile il simbolo dell’ erotismo femminile, lo stereotipo della seduzione.

Dalle donne è amata perché slancia la figura, favorisce un portamento eretto, richiede passi brevi e un po’ ondeggianti, ed indossarla le fa sentire eleganti e sensuali. Per tutte queste ragioni, da oltre cinquant’ anni occupa un considerevole spazio nel loro cuore e nel loro guardaroba.

A differenza di altri modelli, ha conosciuto solo rari momenti di oblio: a metà degli anni ’60 quando la minigonna di Mary Quant, scoprendo le gambe, imponeva stivali e calzature a tacco basso, e negli anni ’70 quando le battaglie femministe e la moda hippy proponevano messaggi diametralmente opposti a quelli di compiaciuta seduzione espressi dal tacco a spillo.
Perché si sa, se gli abiti e gli accessori rappresentano uno status, le scarpe esprimono uno stato d’animo, un desiderio: voglio stare comoda, voglio apparire professionale e, col tacco a spillo, voglio sedurre.
Nella creazione di questo immancabile accessorio, Vigevano ha avuto un ruolo fondamentale.


Fu alla fine degli anni ’40, quando Christian Dior presentò la sua innovativa collezione “New Look” costituita da abiti sofisticati e iperfemminili, che i creatori di calzature Roger Vivier e Charles Jourdan a Parigi, Salvatore Ferragamo a Firenze, Alberto Dal Cò a Roma e Luciano Volta a Vigevano intuirono la necessità di abbandonare le linee massicce delle scarpe in voga nel dopoguerra, realizzate con zeppe e spesse suole in sughero che penalizzavano la figura, per orientarsi su modelli più eleganti e leggeri, che rappresentassero una netta chiusura col recente passato da dimenticare.




THE first one
At the International Footwear Museum Of Vigevano

Le linee si fecero  più minute ed i tacchi più alti, sebbene mai così sottili come auspicato dai disegnatori poiché il legno, che ne costituiva l’ anima, non sopportava un diametro così esiguo.
Allora iniziò a Vigevano, che in quegli anni occupava già uno spazio di rilievo nel panorama calzaturiero, una sfida tra gli imprenditori per chi avesse realizzato una scarpa col tacco più sottile ed insieme più resistente da essere immessa sul mercato.Il risultato fu un tacco costituito per metà di legno e per metà di alluminio, alto tra gli 80 e i 100 millimetri, con un sopratacco di 8 millimetri.


1953, JANUARY - L'Invitta di Re Marcello
16th International Market Show in Vigevano

Furono straordinari calzaturieri vigevanesi, come Gino Aldrovandi, Clemente Bellazzi, Cesare Martinoli, Gildo Comelli, Carlo Cacciola, Barbavara, i fratelli Pampuri e Re Marcello che, con la collaborazione del modellista bolognese Luciano Volta e dei Tacchifici di Molinella (Bologna) ed Elite (Legnano), produssero e presentarono, come documenta una foto ufficiale della manifestazione, i primi modelli delle calzature chiamate come il loro tacco, alla 16esima Mostra  Mercato Internazionale delle Calzature di Vigevano nel gennaio 1953.

Il successo di questa presentazione ebbe una positiva ricaduta sul settore dei macchinari per la produzione.  Vennero perfezionate macchine che consentivano  di aumentare sia la qualità  che la quantità di paia. La produzione in serie permise alle aziende, non solo vigevanesi, di affrontare in modo massiccio il mercato internazionale, affermando in tutto il mondo il valore della calzatura italiana.




Furono le tacco a spillo ad innescare quel meccanismo virtuoso che, alla fine degli anni ’50, portò le circa mille aziende presenti a Vigevano ad un’ esportazione complessiva di milioni di paia annue ed al primo considerevole approccio al Made in Italy da parte dei mercati stranieri.
Anche nel resto d’Italia si procedeva nella stessa direzione: a Firenze, Salvatore Ferragamo conquistava le star internazionali con creazioni innovative di straordinaria fattura, indossate da Marilyn Monroe, Lana Turner e Sofia Loren, i cui modelli saranno esposti alla Mostra; a Roma, Alberto Dal Cò ideò e costruì personalmente un tacco a spillo e i modelli ebbero immediato successo  procurandogli clienti affezionate  e celebri come Audry Hepburn, Soraya, Ava Gardner, Gina Lollobrigida e Linda Christian.

Questo eccezionale fermento è documentato dalla autorevole storica della moda Caroline Cox che, nel suo libro “Stiletto” (Ed. Mitchell Beazley – 2004), parla dell’invenzione delle tacco a spillo negli anni ’50 ad opera di calzolai italiani.


Dopo il black-out degli anni ’70, riaffermatasi una femminilità più compiaciuta e consapevole, il tacco a spillo è tornato alla ribalta internazionale con Andrea Pfister, Rossi Moda, Caovilla, Casadei, Pancaldi, Bruno Magli e Sergio Rossi e celebri marchi stranieri come Charles Jourdan.

E’ però alla fine degli anni ’90, con l’avvento di una moda estremamente sfarzosa, che se ne rinnova l’ altezza arrivando ai 150 millimetri e si enfatizza il suo ruolo di feticcio con forme più slanciate, decorazioni arricchite da ricami, materiali ricercati e pietre preziose. Dopo questa fase di esaltazione del lusso, e forse proprio grazie al suo impatto, la tacco a spillo rivive in questi anni un secondo “momento d’ oro”.

La ripropongono, nella sua originale eleganza, i grandi marchi come Armani, Ferragamo, Gucci, Roger Vivier, Manolo Blahnik, Christian Dior, Louis Vuitton, Karl Lagerfield, Givenchy, Emilio Pucci, Balenciaga, Christian Lacroix, e nuovi nomi come Christian Louboutin, Jimmy Choo, Giuseppe Zanotti per Vicini, Cesare Paciotti e Mark Jacobs.

Oltre a questi nomi, ormai consolidati, si affacciano sul mercato molti designer emergenti con proposte più estreme, destinate a tener viva l’attenzione su questo intramontabile oggetto del desiderio, che la città di Vigevano intende celebrare con la mostra “Il Tacco a Spillo. Fascino e seduzione”, con il legittimo orgoglio di averne determinato la storia ed il successo grazie alla creatività dei suoi imprenditori e alla inimitabile capacità della mano d’opera locale.

Armando Pollini
Direttore artistico del Museo Internazionale della Calzatura di Vigevano.




IL TACCO A SPILLO | THE STILETTO HEEL

2/3 Forward by Pier Luigi Muggiati/Cristina Piazzolla

3/3 Photogallery 1953 - 1962


MORE ARMANDO POLLINI

ARMANDO POLLINI AT THE METROPOLITAN MUSEUM, NY
ARMANDO POLLINI V/S FIORUCCI




The stiletto heel, a symbol of the Italian fashion

The stiletto shoe represents in man's imaginary world the symbol of erotism, the stereotyped idea of seduction.
Women love it because it slims their body, it favors an erect posture, it asks for small rocking steps, and wearing it makes them feel elegant and sensual. For all these reasons, stiletto shoes have occupied a special place in their hearts and wardrobe, for more than 50 years.


Unlike other shoe models, it has been forgotten only for short periods of time: in the middle of the 60’s, when Mary Quant's miniskirt imposed the use of boots and low heel shoes, and in the 70's when the hippy movement sent messages contrary to the seductive emotions clearly stated with the stiletto heel shoe.
We all know that clothing and accessories represent a status, so do women's shoes express a mood, a desire: I want to feel comfortable, professional and, with stiletto shoes, I want to seduce.


Vigevano has had a main role in the creation of this unfailing accessory. At the end of the 1940's, when Christian Dior presented the new innovative collection "New Look", composed of sophisticated and superfeminine clothing, shoe producers like Roger Vivier and Charles Jourdan of Paris, Salvatore Ferragamo of Florence, Alberto Dal Cò of Rome and Luciano Volta of Vigevano realized they had to get rid of solid forming shoes, used in the aftermath of WW2, and steer toward more elegant and light models, leaving behind the past.
The forms became smaller and the heels higher, but never as thin as the designed ones, because the wood heel couldn't support too much weight with such a slender diameter. The resulting heel was half wood and half steel, between 80 and 100 millimeters with a heel tap of 8 millimeters. 


Extraordinary shoemakers like Gino Aldrovandi, Clemente Bellazzi, Cesare Martinoli-Caimar, Carlo Cacciola, Gildo Comelli, Bruno Barbavara, Pampuri Brothers and Re Marcello, along with the help of a shoe-modelist from Bologna named Luciano Volta and heel makers Molinella (Bologna) and Elite (Legnano,Milan) produced and presented at the XVI International Footwear Market Show, January 1953, as documented in an official display picture, the first shoe models named after their heel.
The success of this exhibition positively influenced the production of new machineries. New production tools were improved to increase quality and quantity. Mass production allowed many business enterprizes, not only from Vigevano, to face the International market, finally asserting the value of the Italian shoes in the world. 


Between 1950 and 1960, thanks to the stilettos, more than a thousand shoe makers in Vigevano managed to export more than 21 millions pair of shoes per year. It was the first massive "Made in Italy" mark left on foreign markets. 
All over Italy the trend was the same: Salvatore Ferragamo in Florence won over International movie stars, with creations of extraordinary craftsmanship. Marilyn Monroe, Lana Turner and Sofia Loren among others. 
Meanwhile in Rome, Dal Cò designed and built himself a stiletto heel and its models had instant success, gaining adoring clients like film stars Audrey Hepburn, Soraya, Ava Gardner, Gina Lollobrigida and Linda Christian. 


After the temporary black out in the 70's, with the reaffirmation of a conscious and gratifying femininity, the stiletto heel made a come back on the International scene thanks to Andrea Pfister, Rossimoda, Caovilla, Casadei, Pancaldi, Bruno Magli and Sergio Rossi, and foreign brands like Charles Jourdan. 
Only at the end of the 90's, with the introduction of a sumptuous, elaborate fashion, heels start rising to a hight of 150 millimeters, emphasizing its fetish role with forms that become slenderer, decorations enriched by embroidery, refined materials and precious stones. In the american TV show "Sex And The City", the main character, suffering from a compulsive shopping disorder, couldn't live without her "Manolos".


Advertisement agencies, always aware of new trends, understood its symbolic value. The Pirelli campaign in 1994 "Power is nothing without control" represent it with an ironic touch: unforgettable Olympic gold medalist Carl Lewis, at starting blocks, with dizzying red dècolletèes.
Great brands like Armani, Ferragamo, Gucci, Prada, Miu Miu, Roger Vivier, Manolo Blahnik, Christian Dior, Louis Vuitton, Givenchy, Emilio Pucci, Balenciaga, Christian Lacroix and new names like Christian Louboutin, Jimmy Choo, Giuseppe Zanotti, Cesare Paciotti are re-proposing it in its original elegance.


Besides these well established names, we are seeing new upcoming designers. Their ideas are extreme, hights are exasperated, new materials introduced.
The attention remains focused on this unsurpassed object of desire to such an extent that the city of Vigevano intends celebrating with the show "Stiletto Heel. Charm and Seduction" with the awareness of having determined its history and success, thanks also to the creativity of its businessmen and its local incomparable craftsmanship.

Armando Pollini
Artistic Director at the lnternational Footwear Museum of Vigevano





 

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