La Stella | Valenza
Carlo Dabene Collection
From: "L'Industria calzaturiera di Valenza"
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L'azienda La Stella nacque come tomaificio nel 1899 ad opera dell'astigiano Stefano Ballario in società con Lorenzo Mantelli di Valenza. Dal 1923 a Ballario subentrò Giuseppe Gota, ex socio della Melgara & C. e nel 1927 a loro si aggiunse Virginio Protto (1895-1956), un ex barbiere convertitosi alla vendita di calzature. La sede era in Corso Matteotti a Valenza.
Nel corso degli anni la produzione evolse dalle tomaie alle calzature giunte, poi alle pantofole eleganti (con questo articolo negli anni ’30 servirono anche l’allora Principessa di Piemonte Maria José del Belgio). L'azienda arrivò fino a 120 dipendenti.
1961 | La Stella
Valenza
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1950 | La Stella at the 5th International Fair of Leather Industries | Milan
Protto family Archive
From: "L'Industria calzaturiera di Valenza"
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Fra i riconoscimenti ricevuti citiamo il premio ”Oscar accademico per creazioni di gran Classe” assegnato dall'Accademia della Moda di Torino e tra gli artefici del successo ci fu anche il modellista Ettore Musca.
1957 | La Stella | Valenza
At the XI Bologna Footwear Fair
Protto family Archive
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L’azienda La Stella negli anni '30 e durante la seconda guerra mondiale fu anche coinvolta, come diverse altre, nella produzione di scarponi per l'esercito. Se in questo caso il Fascismo influì sulla produzione, per altre aziende del settore le leggi mussoliniane ebbero ben altri impatti. Un brutto esempio fu la vicenda del calzaturificio di Alessandria Angelo Vitale.
CA 1925 | Angelo Vitale
Advertising poster designed by Filiberto Mateldi
Source: Ebay
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1911 | Angelo Vitale trademark
Source: Archivio Centrale dello Stato
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Anche questa ditta, che era nata nel 1885 ad opera di Zaccaria Vitale (1828 – 1902), era partita come tomaificio. Fu poi il figlio Angelo, con l’aiuto dell'intraprendente consuocero, il commendator Cesare Ottolenghi, a spostare la produzione verso le calzature finite.
Prima della grande guerra la ditta Angelo Vitale occupava cinquecento dipendenti. Nel censimento del ’25 ne aveva 250 e, nel 1938, in quanto superiore ai 100 dipendenti, ricadde nell’ambito delle leggi razziali, poiché la famiglia Vitale era ebrea. Pertanto l’azienda doveva essere arianizzata.
Accadde durante la gestione del nipote di Angelo, Emilio Vitale. Inizialmente i Vitale tentarono di mantenere la proprietà con le dimissioni dei membri della famiglia dal Consiglio di Amministrazione nel 1938 e cercando di far apparire la società non più con vertici ebrei. Il nuovo nome dell’azienda divenne Calzaturificio Marengo, ma inevitabilmente la famiglia fu costretta dal precipitare degli eventi ad abbandonare l’Italia e riparare in Sudamerica.
Oltre al calzaturificio Angelo Vitale, ad Alessandria si era già sviluppata nei primi decenni del ‘900 una fiorente industria calzaturiera. Ricordiamo alcuni nomi: Il Calzaturificio Re & Vitale, il calzaturificio G. Scarzella dal 1916, poi divenuto La Grande Italia, la Manifattura di Valenza-Calzature Colombino dal 1921 (rimase attiva fino agli anni '70), la ditta Sutor, negli anni ’30 la società dei fratelli Luigi e Mario Freddi, la Società Anonima Calzature Alessandria, la ditta Gallini Daniele.
1923 | Calzaturificio G.Scarzella trademark
Source: Archivio Centrale dello Stato
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Valenza, Alessandria, Castelnuovo Scrivia, San Salvatore
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