OTTOBRE 2010 | L'ORIGINE DELLA MERCE
OCTOBER 2010 | MADE IN NOWHERELAND
[TXT: Irma Vivaldi]
[English text below]
Il 21 di ottobre 2010 il parlamento europeo ha approvato un progetto di regolamento che obbligherebbe i produttori all'indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi (terzi rispetto alla Comunità Europea).
Obbligo di legge che oggi non esiste. Con questo regolamento sui prodotti che arrivano da fuori EU dovrebbe essere indicato il “made in”.
Meglio del niente attuale. Ma prima di festeggiare, come alcuni stanno già facendo (dalle associazioni imprenditoriali e artigianali a quelle dei consumatori) è bene sapere che:
- Non è ancora stata approvata nessuna legge. Perché il testo diventi legge, deve ancora essere approvato dal Consiglio Europeo. E già alcuni Stati membri, nonché associazioni di importatori, distributori e produttori si oppongono all'idea di una legislazione europea sul "Made in".
- il regolamento parla di taluni prodotti. È limitato infatti ad alcuni settori, come l’abbigliamento, il tessile, le calzature, la ceramica, l’oreficeria. Perché questi sì ed altri no?
- il regolamento si applicherebbe solo alle merci provenienti da paesi extra-EU. Quindi continuerebbe a poter circolare senza alcun obbligo di marcatura di origine la merce di aziende dal marchio italiano ma delocalizzate ad esempio nei paesi dell’est europeo (ora EU) o anche in Turchia, visto che è già stato specificato che la nuova normativa non si applicherà alle merci provenienti da quei luoghi.
- infine il regolamento si applica solo ai prodotti finiti destinati al consumatore finale. Non si applica a materie prime e semilavorati. Quindi in pratica potranno continuare a chiamarsi “made in Italy” gli assemblaggi finali di abiti già tessuti e tagliati altrove.
In ogni caso, la normativa in vigore è ancora quella già descritta in precedenza.
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On October 21, 2010, European Parliament approved the proposal for a regulation about the indication of the country of origin of certain products imported from non EU countries.
Obligation that does not exist today. With this regulation the "made in" should be declared on products coming from outside the EU.
Better than nothing, but before celebrating - as some are already doing (entrepreneurs/craftsmen/consumers associations) - you should remember a few things:
- No new legislation has been approved yet. In order to become law the text must still be approved by the European Council. Some State Members along with associations of importers, distributors and manufacturers are against it.
- The Regulation apply only to certain products such as clothing, textiles, footwear, ceramics, jewelry. Why these sectors and not others?
- Regulation will apply only to goods from countries outside EU. It means that the goods made by Italian companies with production sites located in Eastern Europe for instance (EU now) will not be obliged to any marking of origin. This is also true for goods coming from Turkey, since it is already specified that the new legislation will not apply to goods coming from there.
- The regulation will apply only to end consumer products. The regulation does not apply to raw materials and semifinished products.
So basically the final assembly of garments and fabrics already cut elsewhere will bear the "Made in Italy" label.
However, the legislation in force now is the one described below.