ALDO SACCHETTI'S FASHIONABLE DESIGN PATENTS [PART 2]

MODA E INNOVAZIONE | I MODELLI BREVETTATI DA ALDO SACCHETTI [PARTE 2]
DI IRMA VIVALDI


1965 | Aldo Sacchetti
Source: International Footwear Museum Of Vigevano

English Text below


Sacchetti era particolarmente orgoglioso di due creazioni. La prima - di cui non rimane traccia - era una scarpa composta soltanto di tacco che gli venne richiesta dallo stilista Jacques Esterel, col quale collaborò negli anni '60: 

“Un problemino non da poco. Lo feci rotondo saldamente legato alla caviglia. Un effetto particolare, stupendo” 
Da un'intervista di Marina Cassi, La Stampa 1984. 

La seconda fu una scarpa composta, in apparenza, solamente dalla suola. In realtà la suola si agganciava con automatici nascosti alla calza, per lasciare quest’ultima in tutta la sua evidenza. Sacchetti stesso raccontò a Marina Cassi come nacque quell’idea: 

“Una volta mi chiesero di creare una scarpa per esaltare il primissimo paio di calze colorate. Che fare? Ci pensai molto e alla fine inventai una scarpa composta soltanto da suola e tacco. Impossibile? No: sotto alla calza della modella c’era un sottopiede che si fissava alla suola mediante ganci invisibili. Fu un trionfo. La sfilata era a Palazzo Pitti e rivedo ancora la scena: tutti prima fissavano l’abito, quindi la calza, quindi sobbalzavano sulla sedia e chiedevano all’indossatrice: “ma come fa a camminare su una scarpa che non c’è?”. 

Sembra che per verificare la tenuta del sistema, Sacchetti stesso abbia lungamente collaudato il modello.


1965 | Aldo Sacchetti | The sole-only shoe
International Footwear Museum Of Vigevano
Photograph: Irma Vivaldi

1965 | Aldo Sacchetti
Same shoe as above, in pink, without the stocking, showing the detachable insole
International Footwear Museum Of Vigevano
Photograph: Irma Vivaldi


Sempre con l'intento di lasciar scoperto il piede, nel 1965 Sacchetti brevettò una "calzatura a suola senza tacco, ripiegata a formare un basso tomaio fissato ad un nastro anulare elastico, che consente alla calzatura di aderire al piede pur lasciandolo superiormente scoperto" (Dalla descrizione del brevetto).

La maggior parte dei brevetti di Aldo Sacchetti in realtà sono più dei giochi che delle reali invenzioni destinate a lasciare un segno nella storia della moda. Tra tutti però, ce n'è uno che merita interesse ancora oggi, anche se nell'applicazione pratica, non è così facilmente usufruibile. 

Al museo di Vigevano è infatti esposto un modello di calzatura con tre tacchi intercambiabili, da 30, 50 e 80 mm, che si innestano a baionetta e si fissano tramite automatici, collocati nella parte centrale della suola. La suola si adatta alla diversa altezza del tacco, grazie alla sua flessibilità.

A parte i brevetti, il vero pregio della sua produzione era lo strepitoso talento artigianale e una tecnica calzaturiera rara; tanto che, sebbene sconosciuto al grande pubblico, Sacchetti è considerato l’ultimo artigiano nella tradizione, e al livello, di Salvatore Ferragamo.



1965 | Aldo Sacchetti
International Footwear Museum Of Vigevano
Photograph: WOP

1965 | Aldo Sacchetti
International Footwear Museum Of Vigevano
Photograph: WOP
Aldo Sacchetti | The changeable heels
International Footwear Museum Of Vigevano
Photograph: WOP

Aldo Sacchetti | The changeable heels
Three heels: 30, 50 and 80 mm high
Photograph: WOP
Aldo Sacchetti | The changeable heels and the shoe
International Footwear Museum Of Vigevano
Photograph: WOP

ALDO SACCHETTI
I N D E X








FASHION AND INNOVATION
THE PATENTED MODELS BY ALDO SACCHETTI | PART 2
BY IRMA VIVALDI

Aldo Sacchetti was particularly proud of two of his designs. The first one was a request from the designer Jacques Esterel in the 70s: a one-of-a-kind shoe made by heel only, of which no trace remains.

“Not exactly a piece of cake. I firmly tied a round heel to the ankle: it was so peculiar. And beautiful".  
From an interview by Marina Cassi, La Stampa 1984

The second was a sole-only shoe (or so it seemed). In reality, the sole was fixed by hidden snap fasteners to the stocking, leaving the foot in all its evidence. Sacchetti told journalist Marina Cassi how it was conceived:

“I was once asked to create a shoe which could enhance the very first pair of colorful stockings. What do I do? I thought a lot about it and finally I came up with a shoe composed only by sole and heel. Impossible? No, under the stocking of the model there was a foot-strap. It was fixed by invisible hooks to the sole. A huge success. The show was held at Florence's Palazzo Pitti and I still remember the scene: first the people stared at the dress, then at the stockings and finally they jumped on their chairs and asked the mannequin: "how can you walk on a shoe that’s not there?"

It seems that Sacchetti himself had long tested the invention.

With the aim of leaving the foot completely exposed, Sacchetti patented another model in 1965, a

"shoe sole without a heel folded to form a low-upper affixed to a circular elastic band, which allows the shoe to cling to the foot while leaving the top open” (from the patent description).

Most Sacchetti's patents are more akin to divertissements then actual inventions. However, among them, one still deserves attention today.

It is a model with three interchangeable heels - 30, 50 and 80 mm high - bayonet coupling and fixed through snap fasteners located in the central part of the sole. Due to its flexibility, the sole adapts to the different height of the heels.

Aside from patents, the real value of the Sacchetti production was a tremendous talent and a rare technical craftsmanship: Sacchetti was probably the last craftsman in the tradition - and comparable to - Salvatore Ferragamo.



ALDO SACCHETTI




 

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